IL RESPIRO IN GENERALE
Nel corso della storia il processo del respirare è sempre stato inscindibile dalla salute, dalla coscienza e dallo spirito. Solo in tempi recenti abbiamo ridotto il respirare ad un mero scambio di anidride carbonica ed ossigeno.
Il respiro è una forza che attraversa la mente, il corpo e lo spirito.
Collegamenti fra respirazione, stato del corpo e della mente sono stati fatti per migliaia di anni.
Nell’antico taoismo, negli scritti yogici, nelle pratiche mediche indiane (ayuverdiche) e cinesi.
Più di recente diversi studi scientifici hanno supportato questa antica saggezza; correlando una respirazione agevole con l’attenuazione di alcuni dei nostri moderni problemi di salute.
E’ stato riscontrato che la terapia del respiro, combinata con altre pratiche come lo yoga, la danza o la meditazione, può alleviare e talvolta curare emicranie, patologie croniche, asma, attacchi di panico. Le persone sono meno suscettibili ai virus, si abbassano la pressione sanguigna ed i livelli di cortisolo.
Si passa dunque da uno stato metabolico di allerta ad uno di digestione e riposo.
Questo passaggio, da un modo di agire sotto stress cronico, ad un essere vigili mantenendosi rilassati, ha un impatto sulla salute. Genera cioè degli effetti sulla sintesi di proteine grassi e carboidrati, aumenta la produzione di cellule per l’attivazione del sistema immunitario, può favorire la rigenerazione e crescita delle ossa; cosi come migliorare i processi cellulari, ormonali e psicologici.
Questi cambiamenti chimici, cellulari e neurologici portano le persone, attraverso il respiro calmo e regolare, a rapportarsi in modo diverso con i fattori di stress della vita.
Mentre le menti diventano limpide e le emozioni più equilibrate, le persone sono in grado di rimanere calme, concentrate, costruendo una vita che conduce verso la salute, il benessere ed un senso di pace interiore.
La respirazione è la risorsa più immediatamente accessibile di cui disponiamo per creare e sostenere la nostra energia vitale.
La respirazione è una delle cose più semplici al mondo.
Inspiriamo ed espiriamo. Non è richiesto alcuno sforzo per introdurre aria o spingerla fuori.
Eppure, per divenire dei contenitori accoglienti per il respiro, bisogna vivere la vita senza cercare di controllarlo, afferrarlo respingerlo o modificarlo.
Ma è così facile? Il processo del respirare è la metafora che riesce meglio a spiegare il modo in cui affrontiamo la vita personalmente, come viviamo la nostra esistenza e come reagiamo agli inevitabili cambiamenti che essa ci porta.
Tuttavia, per recuperare quella straordinaria flessibilità, che è il segno di una respirazione libera, non bastano solo forza e volontà.
Il nostro respiro è stato con noi fin dalla nascita, ma quando cresciamo, iniziamo inconsciamente ad alterare la libera espressione del respiro e ad interferire con essa.
La maggior parte degli schemi respiratori è la somma di diverse esperienze della vita. Il sistema nervoso è stato condizionato a ripetere questi schemi, anche quando essi risultano disfunzionali.
Normalmente ci portano a sviluppare tensioni in aree chiave del corpo, quali la gola, l’addome, il pavimento pelvico o le spalle.
Per avere nuovamente accesso al respiro spontaneo naturale e vitale, dobbiamo innanzitutto essere in grado di
concentrarci e percepire il nostro personale processo di respirazione. Le modalità con cui interferiamo e limitiamo la nostra respirazione.
Ci sono situazioni e attività in cui comunemente tratteniamo il respiro. Di solito non ci accorgiamo di quanta tensione creiamo nel fare delle semplici attività quali parlare, cucinare, dato che non le riteniamo cariche di stress.
La veridicità di quanto detto si può verificare nell’ambito personale: in una situazione di frenesia, o quando si è a disagio, si perde il contatto col proprio centro. Normalmente si respira in modo irregolare, poco profondamente ed anche piuttosto velocemente. Se invece ci si sente rilassati ed in pace con se stessi ed il mondo, la respirazione sarà tranquilla e profonda.
IL RESPIRO ESSENZIALE NELLO YOGA
Nello yoga si ha la convinzione che ogni soggetto abbia a disposizione un determinato numero di respiri durante la sua vita. Quanto più veloce è la respirazione, tanto prima si esaurirà la vita.
Pertanto, uno degli obiettivi dello yoga, è di riuscire a respirare il più lentamente possibile. Al posto dei normali 16-18 respiri al minuto, gli yogi cercano di farne non più di 5 o 6; questo non nel tentativo di vivere più a lungo, ma perché il ritmo della respirazione è strettamente connesso alla qualità della vita.
Attraverso la respirazione si verifica lo scambio diretto con l’ambiente esterno: attraverso l’aria che respiriamo abbiamo un continuo scambio con l’ambiente circostante. E’ la respirazione a determinare il fondamentale sentimento del mondo, teso e nervoso, piuttosto che rilassato e gaudente.
I MOVIMENTI E LE CARATTERISTICHE DEL RESPIRO NATURALE
Uno dei modi più semplici per iniziare a percepire il naturale flusso del respiro, è imparare a riconoscere i movimenti base che si generano nel corpo durante la respirazione.
Il movimento indica dove si sta muovendo il respiro e dove no. Riconoscere questi movimenti è il primo passo per conoscere il proprio respiro.
E’ bene tenere a mente: il modo migliore di respirare è quello che supporta l’attività che si sta svolgendo.
La respirazione libera ed essenziale ha determinate caratteristiche:
– oscillazione
Durante la respirazione tutto il corpo oscilla e si muove leggermente dall’area centrale a quella periferica.
– diaframmatica
Il respiro sorge prevalentemente attraverso l’azione del diaframma centrale, piuttosto che da quella dei muscoli respiratori esterni secondari, che si trovano nella parte alta del corpo.
– origina dall’interno
Il respiro sorge da dentro di noi, piuttosto che essere tirato dentro meccanicamente usando i muscoli più esterni del corpo.
– multidirezionale
Il respiro si irradia a partire dal centro verso l’esterno; si espande in tutte le direzioni
– calmo e regolare
Il respiro genera calma nel corpo e nella mente
– ritmo due- tre- pausa
Durante una respirazione tranquilla, è normale che l’inspirazione duri circa due secondi e l’espirazione tre, seguiti da una pausa. L’espirazione dura leggermente di più dell’inspirazione.
– flessibile
Il respiro avviene con variazioni ed una adattabilità senza fine; il respiro cambia come cambiano i nostri pensieri, sentimenti e movimenti.
– privo di sforzo
L’atto della respirazione è riempito di agio e rilassamento.
PERCEPIRE IL RESPIRO
“Imparare a respirare non è un processo di addizione, nel quale apprendiamo delle tecniche specifiche per migliorare il respiro che già abbiamo. E’ piuttosto un processo di decostruzione, dove impariamo a identificare delle cose che facciamo abitualmente e che limitano la manifestazione naturale del respiro”. (Donna Fahri)
Questo processo di osservazione del respiro anticipa le possibilità generate dalle tecniche yoga del pranayama e permette agli yogi di realizzare una consapevolezza più profonda del corpo, una connessione consapevole tra corpo, mente e respiro.
Quando si impara nuovamente e si riscopre il proprio respiro, percependone i movimenti e particolari, non si fa altro che osservare ciò che c’è, ponendo l’attenzione sulla percezione delle sensazioni ad ogni fase del ciclo respiratorio.
NELLA PRATICA
1. Localizza il respiro
Dove è maggiormente evidente il movimento del respiro? Nella parte inferiore o superiore del corpo? Vi sono aree del corpo in cui si avverte il respiro più chiaramente che in altre? Forse nell’addome, nel petto o nelle narici? Nella gabbia toracica? E’ possibile notare la respirazione nelle spalle o intorno allo sterno?
Dove ha inizio il respiro? Dove si percepisce il primo movimento dell’espirazione e inspirazione?
2. Nota il ritmo del respiro
Quanto dura la pausa naturale?
Il respiro è veloce, lento, oppure una via di mezzo tra questi due estremi? Contando il numero di respiri al minuto, cosa emerge? Un numero compreso tra dodici e quattordici respiri al minuto è considerato una frequenza normale.
Vi è una evidente differenza di lunghezza fra la fase di inspirazione e espirazione? O sono uguali?
3. Rallentando, ad occhi chiusi, porta attenzione alla consistenza del respiro.
Il respiro è armonioso e uniforme, oppure variabile e a singhiozzi?
4. Senti la qualità del tuo respiro
Il respiro è profondo o superficiale?
Se poteste descrivere la qualità del vostro respiro, quale parola usereste?
E’ possibile chiamare queste osservazioni “prese di contatto e coscienza con il respiro” e sono utili prima di una pratica di yoga e danza, ma anche e soprattutto nel corso della giornata.
Come strumento di misurazione del proprio stato fisico e psicologico.
L’obiettivo è raccogliere informazioni specifiche e generali di come normalmente si respira.
Entrare in empatia con noi stessi per notare cosa sentiamo, come ci sentiamo con noi stessi; come stiamo cominciando con l’esterno.
Non serve respirare in alcun modo particolare, ma osservare semplicemente il proprio stile di respirazione.
E’ bene avventurarsi in questa esperienza con curiosità piuttosto che con un desiderio di ottenere un’esecuzione perfetta. Non si tratta infatti di un esercizio giusto o sbagliato.
Abbandonate ogni idea di come pensate si dovrebbe respirare!
Il respiro si fa maestro.
Espirando lasciamo andare. Facciamo spazio. Inspirando accogliamo il nuovo. Forza vitale. Ossigeno.
Tra ogni inspirazione ed espirazione esiste uno spazio vuoto. In cui tutto origina, si trasforma e crea.
Nell’immobilità tutto si muove.
Nel movimento tutto prende forma. È possibilità!
Mi piace pensare e condividere che il respiro è un modo per conoscersi. Riscoprirsi. Tornare ad affidarsi alla propria guida interiore.
In tutti i miei percorsi invito le persone ad appropriarsi del proprio modo di respirare.
Ti aspetto